sabato 30 novembre 2013

Confessioni borderline

Il vento soffia come al solito: forte. 
Stretta nel mio cappotto cammino a passo svelto.
Poche luci accese nonostante Christmas is coming, nessuno in giro eppure sono solo le sei del pomeriggio.
Sembra mezzanotte, mi dico svoltando a sinistra.
Eccomi sono quasi arrivata a casa...vivo in uno di quei posti che se lo vedesse Stephen King inizierebbe a scrivere, soprattutto per il carretto dei gelati che nel silenzio più assoluto inizia a scaricare il suo carillon.
Nel mio programma di vita deve esserci scritto: superare le paure avendo fiducia.
Si, questa potrebbe essere l'unica ragione per cui ho firmato il contratto d'affitto.
Ad ogni modo le sto affrontando bene, non ho fatto amicizia con il ragno gigante, per lo meno non mi interessa più se dormo da sola la notte e nemmeno di chiudere a chiave la porta per i ladri, come se questo possa davvero fermarli.
Mi preoccupo meno e respiro di più. 
Non so niente di illuminazione, l'unica che conosco è quella in bolletta ogni 2 mesi, so per certo che si può essere fulminati, che si può davvero arrivare a vivere la vita come degli idioti con il sorriso sempre sulla faccia perché "noi siamo solari"
Io non sono solare, non sono nemmeno positiva, forse al test dell'alcool il venerdì sera.
Ma sinceramente non sono nemmeno simpatica, ammettiamolo chi mi conosce almeno una volta mi ha detestato e forse è proprio perché preferisco starti sulle palle piuttosto che accontentarmi di una miseria.
Non sono fatta per accontentarmi, non mi interessa compatirti, non mi interessa nemmeno avere fans, mi interessa fare al meglio ciò che mi piace, mi interessa vedere la parte più vera delle persone quella che viene fuori quando vuotano il sacco, quando ad un certo punto non ce la fanno più e lasciano cadere la maschera, mi interessa quella parte lì della vita, dei rapporti, quel momento in cui finalmente qualcuno da qualche parte sta finalmente dicendo la verità a costo di sembrare ridicolo.
Mi piacciono le persone che si rendono ridicole, queste hanno coraggio, non mi piacciono i patetici, quelli che si nascondono dietro ad un compromesso filosofico, quelle noiose che non hanno mai tagliato i ponti, che non si sono mai prese un pugno in faccia per paura del sangue.
Non mi piacciono nemmeno quelle che ti tirano dietro la merda perché non sanno pulirsi il culo da sole.
Beh erano in fondo tutti aspetti di me non accettati, da quando non mi fa più male parlarne o vederne in giro, ne sono fuori. O meglio ne sono dentro ;)
Mi sento un pò Bukowsky stasera, ma non ho bevuto anzi ho iniziato pure la dieta e ho comprato una bilancia.
Qualcuno sta cucinando per me mentre scrivo, è delizioso essere viziati a volte, meno esserlo sempre, induce al torpore.
Perché mi domando, le persone fanno così fatica ad occuparsi mentre si preoccupano con estrema facilità.
 Perché non sono mai qui, perché sono sempre altrove?
Perché non dedicare il tempo a se stessi, a leggersi, invece di fare compromessi con gli altri, perché non scegliersi ogni giorno?
Voglio una persona che sia capace di stare qui. Adesso. 
In fondo è il motivo per cui gli Dei ci invidiano, avere il momento. Ogni momento è unico perché per nostra natura siamo in parte finiti.
Sarebbe bello uscire fuori dal tempo per un tè.
Non bisognerebbe amarsi se non si è capaci di far l'amore con se stessi, se si prova vergogna a volersi bene non bisognerebbe aiutare gli altri, sarebbe una sciagura.
Dovremmo occuparci dei fatti nostri e lasciare spazio e modo agli altri di occuparsi di quelli loro, dovremmo fare come gli angeli che ci amano più di ogni altro perché ci stanno a guardare avendo fiducia in noi e intervengono solo se richiesto.
La cena è pronta...
A presto
P.







giovedì 21 novembre 2013

Nel paese delle scale

Nel paese delle scale il nostro amore si era forse perso?
Nel paese delle scale salgo e scendo dai ricordi.
Ma c'e' un muro troppo alto da scalare e troppo duro da buttar giù, cosi lo aggiro.
Nel paese delle scale sono seduta vicino a un'emozione, in un angolo buio e umido ad aspettare un fantasma.
Nel paese delle scale sono smarrita come Alice cercando il suo coniglio che corre dietro al tempo che non ha senso.
Nel paese delle scale sento freddo, a volte e pur coprendomi sento il gelo assalirmi dove credevo di essere immune a tutto questo.
Nel paese delle scale non puoi mentire, lui ti riporta davanti allo specchio e ti fa sputare la verità che volevi seppellire in uno dei suoi tanti cimiteri.
Ho trovato una scatola d'alabastro, conteneva il tuo nome, credevo di averlo scordato ma e' inciso nei polsi come un tatuaggio di sangue.
Nel paese delle scale c'e' un morto che parla con me prima che prenda sonno, mi parla di come su un ponte incontrerò di nuovo la mia paura più grande.
Mi ha detto ieri: "Devi essere pronta, verrà il momento"
Non rispondo mai alle sue provocazioni, ascolto ciò che ha da dirmi e poi mi giro dall'altra parte.
Mi segue. 
La sua voce e' familiare, non lo temo ma non so come affrontarlo e temporeggio.
C'e' una collina di vento alle mie spalle, mi stupisce il suo linguaggio e mi inginocchio dentro.
Nel paese delle scale devo ritrovare una pergamena di verità, per far rivivere un sogno.
C'e' un codice segreto sotto una cattedrale di carne che aspetta di essere identificato.
C'e' un uomo che aspetta che lo riporti a casa, mi ha chiesto di prometterglielo prima di scendere giù e dimenticarsi di noi.
Ma non ho indizi e sono persa con un filo rosso nella mano ad aspettare un segno.
Nel paese delle scale un altro giorno e' passato e io continuo a salire al di sotto.
Mi senti? Puoi sentirmi?
Piove.

Sento una voce...e' di nuovo il vento, mi riporta al punto di partenza.
Per spezzare l'incantesimo devo trovare quella strega, dentro le stanze del mio castello, lei mi aiuterà.

Nel paese delle scale uno spirito mi fa disperare, di dispetti me ne fa tanti e mi propone indovinelli.

Nel paese delle scale dovrò restare fino a che  riuscirò a indovinare.

P.

Dove si e' perso?


venerdì 1 novembre 2013

Aria



Ci sono quelli che hanno studiato, si sono diplomati e laureati con il massimo dei voti, hanno iniziato da dirigente e collezionato un sacco di targhe, quelli perfetti, sai quelli che fanno sport... mangiano sano, non hanno mai un raffreddore e sono belli, davvero belli, quelli che non sono mai stati licenziati, che hanno un sacco di referenze sulle quali contare, contatti giusti, gente giusta che conta, quelli che sanno sempre cosa dire, che hanno 5 carte di credito, una dorata e l'altra con la foto del cane con pedigree.
E poi ci sono quelli di successo. Solitamente non li noti, arrivano quando meno te lo aspetti e ti sorprendono perché non sono bellissimi ma sono attraenti, hanno la forza di una montagna e la fede di un albero, non sanno mai cosa faranno della loro vita perché sono troppo impegnati a viverla, possono lavorare come cameriere il giorno prima e quello dopo essere a capo di una società milionaria. Sono quelli sui quali non avresti scommesso nemmeno un euro. Quelli che ridono tra i denti e ti dicono: "Non ho idea di come sia arrivato qui però figo! Next?"
Amo queste persone, quelle che anche se si perdono perché tentate dal demonio, dentro avranno sempre la parte umile del terreno dal quale provengono. Quelle che non sono acide solo perché non è andato in porto un affare, quelle che non si lasciano prendere dal panico per un conto scoperto...quelle che saltano fuori dopo anni e non sono state peggiorate dal mondo ma lo hanno migliorato, quelle che come obiettivo hanno il tornare comunque a casa per riabbracciare un caro.

Amo le persone che del successo non ne hanno fatto un veleno ma una cura. Quelli che non hanno bisogno di sicurezze facendosi vedere con l'alta borghesia ma che si fermano ad allungare un pezzetto di pane al cane senza dir niente a nessuno per riscuotere lodi...queste sono le persone che amo, quelle che magari sbagliano, si incazzano, fanno cazzate ma sono pronte a riaprirti le braccia, farsi una risata, ricominciare da qualche altra parte...come lui ad esempio:



"Per guadagnarmi da vivere, ho lavorato quattro volte come portiere e sei come lavapiatti. Sono stato anche il front man di sei gruppi rock, e ora scrivo un oroscopo che viene pubblicato da molti giornali." Rob Brezny (L'internazionale)


Sono convinta che è solo una questione di scelta, se si ama l'avventura non si avrà una vita facile ma di certo non ci si annoierà...non saprei come definirmi, probabilmente la parola che mi calza meglio è: ricercatrice.


Ricerco, questo faccio, non riesco a limitarmi e non voglio farlo, sono un segno d'aria, l'aria è il mio elemento, le idee sono il mio regno e ho sprecato troppo tempo a farmi vendere dentro bottigliette (tipo l'aria di Paris) da gente che venderebbe anche la madre per un pò di soldi...l'aria puoi solo respirarla...io do vita al fuoco, io porto avanti le nuvole, accarezzo i bambini ma spazzo via anche l'immondizia, sono il più mite, vitale, mutevole e feroce degli elementi...perché l'aria non la puoi comprare, l'aria non la puoi imprigionare, l'aria non la puoi tentare...


Di nuovo il diavolo lo condusse con sé sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni del mondo con la loro gloria e gli disse: "Tutte queste cose io ti darò, se, prostrandoti, mi adorerai" la terza tentazione è la più comune ...quanti pur di essere adorati pagherebbero? E quanti risponderebbero: Vattene!?

L'aria non risponde nemmeno. L'aria se ne va a soffiare da qualche altra parte...e se manca l'aria...così impalpabile, così invisibile ...eppure così necessaria.


Si, per una volta voglio riconoscermi il merito di dare "vita" alle cose, e che per godere di me bisogna essere disposti a levare l'ancora e affidarsi...



Aria