sabato 26 febbraio 2011

Guarire attraverso la consapevolezza

Quando vivi nella consapevolezza, non puoi che morire consapevolmente.
Molte persone vivono la loro vita come automi, gli addormentati credono di essere svegli mentre lo sono quasi di più mentre dormono.
La vera guarigione inizia da sé, qualcuno mi ha detto se non lo fai per te tu stessa non potrà farlo nessuno. Devi solo scegliere. Rimandavo. Ho rimandato per tanto tempo il prendermi cura di me perché ero cieca a me stessa più di quanto lo fossi con gli altri, parti di me che cercavo di assorbire per potermi quantomeno apprezzare, non oso dire amare.
Allora gli impose di nuovo le mani sugli occhi ed egli ci vide chiaramente e fu sanato e vedeva a distanza ogni cosa.
Vangelo secondo Luca - 
Cercavo il mio Gesù che imponesse le sue mani su di me per salvarmi dal buio ma non mi rendevo conto che era egli stesso nel buio e che se non avessi avuto il coraggio di perdonarmi completamente non avrei mai più rivisto...una volta che perdoni trasformi il tuo corpo e il tuo essere, ti spogli e ti rivesti di cielo. E' una sensazione di libertà unica che lascia il posto ad un nuovo approccio, ad una nuova visione del passato, del presente e del futuro. Dire SI con tutta l'anima ed entrare in comunione con il tutto perdonando ed essendo grati comunque è l'atto più bello che un essere umano possa sperimentare. E' la chiave d'accesso al paradiso, quello che è già qui, pronto per essere scoperto da un cuore puro e da occhi sanati.
Nessuna guarigione è possibile senza il perdono, nessun amore si sviluppa senza gratitudine e nessuna vita è davvero vita senza questa consapevolezza.
Chiunque tu sia dovresti iniziare ad esserlo.Ora.

Pamela Christiane De Logu


Già dal significato etimologico della parola "con sapevole" comprendiamo che la nostra inevitabile ricerca del grande Perchè non deve vertere "solo" sulla speranza o sulla credenza, entrambi percorsi che lasciano aperte inquietanti falle al dubbio e all'alternativa.
“Sapere” è il punto più profondo a cui arriviamo nel momento esatto in cui "ricordiamo", finalmente, che siamo parte olografica e indivisibile del grande disegno.
Questo stato di Sapienza generalmente non ci viene dato gratuitamente. E' un punto di arrivo e conseguentemente di partenza, nella più grande avventura terrena a cui stiamo partecipando quando, con sbalorditiva interezza, arriviamo all'assoluta evidenza che Io e Dio è (siamo) esattamente la stessa cosa.
Potrebbe essere un percorso rapido ma per la maggior parte di noi è un infinito cumulo di passi, tre avanti e due indietro, che ci portano in abbagli differenti, il cui filo conduttore è anche tanto concreto dolore.
Probabilmente, non a caso, arriviamo in questa dimensione temporale con il compito di scoprire e scoprirci, e perciò l'immensa pienezza quando sperimentiamo il nostro personale centro di gravità permanente.
Il più grande nemico di questo stato siamo noi stessi, la nostra parte razionale, il nostro ego abituato a fare conti con sè stesso al centro
dell'Universo, confondendoci con il materiale di noi che percepiamo come la verità. Gli altri, quelli che abbiamo accanto, spesso per ricordi, esperienze, sentito dire e il creduto "buon senso" confermano principalmente i nostri (i loro) limiti cercando di tirarci "giù dalle nuvole", una posizione assolutamente personale dove, al contrario delle credenze collettive, c'è tutto ma proprio Tutto il nostro potere. Innanzitutto la Pace dell'Io a cui seguirà la dose più incommensurabile di doni divini e terreni.
“Il Vostro corpo, dalla punta del becco alla coda, dall'una all'altra punta delle ali, non è altro che il vostro pensiero, una forma del vostro
pensiero, visibile, concreta. Spezzate le catene che imprigionano il pensiero, e anche il vostro corpo sarà libero”.Richard Bach
Il Gabbiano Jonathan Livingston

Siamo Uno, dentro e fuori di noi. Noi e solo noi siamo responsabili della nostra quadratura del cerchio. Noi con i nostri pensieri, con le nostre azioni e motivazioni, col nostro affidarci senza contrastare. Per poter fluire volando in scioltezza sull'onda del nostro pensiero migliore che si traduce nella realtà perfetta per ognuno di noi.

Silvia Paola Mussini
silviapaolamussini.com

domenica 13 febbraio 2011

L'arte del verso

"Se anche parlassi le lingue degli uomini e degli angeli,
ma non avessi l'amore,
sono come un bronzo che risuona
o un cembalo che tintinna."
Cosi scriveva Paolo, nella prima lettera ai Corinzi.
La poesia parla al cuore per mezzo del verso, non è insicura, non è mai noiosa, si esprime a tratti chiarendo il punto. 
Scrivere per versi è un'azione essenziale per l'evoluzione dell'anima, essa arriva dritta al centro colpendo decisa e gentile il cuore...perché non si può stare in silenzio quando si ha da dire qualcosa di importante...ma è pur vero che la parola è spesso veicolata dal pensiero tradendo l'autentico messaggio che chiede di essere comunicato, allora la poesia ci viene in aiuto, con il suo dire silenzioso ma incisivo coglie l'attimo e lo dona al cuore e ci ricorda che c'è un modo sottile di farsi strada, autentico, alchemico.
La poesia plasma il peso delle cose, conferisce loro una dimensione altra in costante comunicazione con il divino. Nasce dal centro e al centro ritorna passando per qualunque luogo conosce il mistero ultimo. La poesia è l'arte vibratoria per eccellenza, insieme alla musica trasporta altrove per tenerti nel qui e ora, per vivere davvero il momento.
Come si può spiegare meglio cosa sia l'amore se non attraverso un verso, che brevemente esprime un valore condivisibile lasciando a chi legge lo spazio proprio per accoglierlo.
Dunque in questi giorni in cui molti pensano a regalare cioccolatini, perché non provare a carpire il senso dell'amore che non appartiene ad un giorno prefissato ma alla continuità...
Buon Amore a Tutti
Pamela Christiane De Logu

venerdì 11 febbraio 2011

Non era previsto

Che cos’ è l’amore?
Forse l’amore è solo un momento sospeso sulla linea della nostra esistenza, forse è quell’attimo di stupore quando due sguardi incrociandosi  si riconoscono lasciando al resto nessuna importanza.
Secondo me non è necessario conoscersi per amarsi, lo è riconoscersi.
L’affinità se non c’è, non si può comprare né vendere, se c’è, non si può nascondere né allontanare.
Può l’amore resistere all’organizzazione? Organizzare una vita,organizzare un rapporto si può?  
 L'amore per quel che mi riguarda ha gestito la mia intera esistenza facendo meno casini di quanti io ne abbia fatti non dandogli retta.
Si cerca sempre di basare un rapporto sul rispetto, sulla fiducia, sulla lealtà; l’amore viene sempre dato per scontato, eppure, è l’unica cosa che dovrebbe esserci affinché il rispetto, la fiducia  e la lealtà siano scontate.  Dell’amore ne abbiamo così paura che spesso preferiamo un surrogato.
Ci preoccupiamo di definire dei parametri di libertà non rendendoci conto che l’amore stesso è libertà.
Perché così tanto affanno nel costruire qualcosa che cresce da solo se è autentico?
Non ci accorgiamo che per poter controllare tutto, compreso i sentimenti, ci siamo inventati un amore che non è amore ma l’insieme di due solitudini che vivono vite di altri, che guardandosi non si riconoscono pur conoscendosi benissimo.
Non sappiamo niente dell'amore, solo che quando un giorno ci sorprende ci fa sentire come messi al mondo di nuovo.
Ecco, l’amore è quel sentire di avere di nuovo una chance con la vita, come quando  a settant’anni ti ritrovi a testare il tuo equilibrio camminando in bilico su un muretto o come quando dopo esserti arreso all’idea che non camminerai più inizi a ballare.
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martedì 1 febbraio 2011

A te "Lettera aperta"

L’inquietudine ha uno strano modo di farsi avanti, di lato arriva e si accomoda lasciando che tu prenda la decisione di affrontarla o meno.
Non sono tanto brava a restare ma sto imparando e credo che questa sia una prova dell’universo per testare a che punto sto.
A che punto sto? Non lo so e non ha importanza saperlo, ciò che conta è che io riesca ad affrontare questo giorno con la consapevolezza di essere non migliore ma più forte.
Mi manchi sempre, ma la mancanza non è ciò che voglio ci leghi, non più almeno.
Voglio che ci leghi il sentire. Il sentire che nonostante tutto anche se non lo abbiamo trovato un senso a questa vita domani arriverà lo stesso come dice Vasco, vero?
Non so se ho fatto bene a fare ciò che ho fatto, ha importanza ormai? Prendere, lasciare a che serve sapere chi aveva ragione di noi 2?
Io sono qui ora e tu pure nonostante la mente mi faccia brutti scherzi e ti colleghi altrove.
Ho creduto anche ad un viaggio. Un viaggio lontano dove si è felici nel percorrere la strada e non nell’arrivare alla meta. Mi piaceva immaginarti così, sorridente da un finestrino.
Si dice che le parole vengono da sole, vengono da qualche parte ed escono dalle dita per chi scrive.
A me oggi escono da un nodo che sto cercando di sciogliere con la pazienza che non ho mai avuto.
Quanto freddo fa nonostante le coperte, come si fa a coprirsi di più se il freddo viene da dentro?
Ho scoperto che un cuore può fare la differenza. L’ho scoperto tardi forse o forse no…
Non si ha mai tempo di dire tutto ciò che si vorrebbe dire, io poi …  parlare non è che mi riesca poi tanto.
Ma una cosa avrei potuto dirla penso, già lo sapevi, lo sai vero?
Grazie. Grazie perché uno dei più bei ricordi me lo hai regalato tu, grazie perché l’ultimo tuo pensiero sono stata io per te, grazie anche se non ho capito. Grazie.
Mi dispiace solo di non essermi resa conto prima dell’importanza di vivere ogni attimo.
Per quel che può valere, ti ho sempre voluto bene.
Ciao…

Pamela Christiane De Logu