venerdì 31 dicembre 2010

Non sparate: Sono un cane!

Vi sarei grato se magari evitaste di sparare stasera ...è capodanno anche per me!
Buon anno!

giovedì 30 dicembre 2010

Osate cambiare!

 Un grazie speciale a José http://ricchezzavera.com che mi ha ispirato con il suo mantra sulla ricchezza, facendomi capire quanto sono sempre stata ricca :)

Avevo da tempo intenzione di aprire un blog con lo scopo di boh...comunicare? Non saprei in realtà avevo le idee confuse in quanto a me come credo anche a te piacciono davvero tante cose...ma ti assicuro che nel silenzio affiora sempre qualcosa che forse razionalmente non sai dove ti porterà ma ti riassicuro che è lì per il tuo bene...non ho mai creduto nel caso, tutto ciò che è accaduto nella mia vita è accaduto per un motivo: comprendere, dal latino comprehendo significa abbracciare, aprirsi, formare un cerchio e portare a sé tutto, tutto.
Ci sono stati dei momenti che più che abbracciare avrei voluto scacciare :) ma è normale in fondo sono un essere umano in trasformazione, cosa ci si può aspettare? Mai giudicare, nemmeno se stessi, il nostro Dio diventerebbe implacabile. L'arte del perdono è il messaggio che ci lancia per andare avanti, per non restare bloccati e non importa come lo fai se dici mi dispiace nella testa ogni secondo o mediti per mezz'ora al giorno purificando il tuo cuore...l'importante è farlo con emozione, non meccanicamente, mettersi lì cercando di lasciar passare i pensieri, senza farsi trattenere, accompagnandoli con dolcezza via e restare ad osservare.
Questa è la prima fase. Dopo di che ciò che affiora lo si prende e gli si parla con calma, lo si ringrazia perché ad ogni modo è lì per il nostro bene, per farci capire, crescere, evolvere, per farci accorgere di un blocco.
Una volta ringraziato, perdoniamo noi stessi per aver fatto resistenza al cambiamento e poi lasciamo andare...sciogliamo i nodi, sentirete  proprio al centro del petto un grande calore e un desiderio di apertura e probabilmente vi ritroverete con le braccia aperte come ali. Non spaventatevi, qualunque sensazione che non conoscete è solo nuova non cattiva. Continuate a non giudicare. Vivete la liberazione dal peso dei vostri zaini di rancore, odio rabbia, frustrazione, paura, persone che vi hanno ferito, relazioni complicate...
La prima cosa che l'angelo disse a Giuseppe  che non sapeva se prendere con sé Maria già in stato di gravidanza fu: "Non temere!" un' esortazione che ritroviamo spesso nelle sacre scritture.
L'angelo invita Giuseppe a fidarsi senza bisogno di capire, a volte non sempre capiamo subito, altre per niente ma non ha importanza: Ci penso io dice Dio, quello che per te è impossibile lascialo a me.
E allora "Coraggio!"altra frase mitica....senza coraggio non c'è evoluzione...ormai non possiamo più farci attendere, i tempi richiedono una presa di coscienza collettiva, l'accettazione di un Dio interiore che non apporta sofferenza ma liberazione. Vi invito a rivalutare le sacre scritture alla luce di una presa di coscienza nuova, quella dell'interiorità. Finché si crederà che Dio è fuori ci sarà solo sofferenza, dipende da noi...la scintilla divina è dentro di noi...
Quando sarete pronti allora si farà viva! :) 

Un abbraccio di luce

Pamela Christiane De Logu








mercoledì 29 dicembre 2010

Twinkle Twinkle Little Star...:) Notte!

 

Il bambino che non gioca più
è diventato adulto,
ma l' adulto che non gioca più
ha perso per sempre
il bambino che aveva dentro di sè.
Pablo Neruda

lunedì 27 dicembre 2010

L'altro angelo...

C'è un angelo che non è perfetto, è simile all'uomo ma sa trovare sempre la propria luce nell'oscurità, c'è un angelo che è proteso al centro nonostante esca da sé per amor mio...
C'è un angelo che ha le ali minuscole, in formazione, un angelo piccolo piccolo in fondo all'universo vicino sempre.
C'è un angelo brutto per il rinascimento, interessante per il contemporaneo, bellissimo per me.
E' un'essere in formazione, che comprende le differenze e le asimmetrie perché lui stesso ne è l'emblema.
Non giudica, accarezza, non lotta, crede e fa miracoli perché lo considera possibile.
E' corto e accennato, custodisce il potenziale dell'infinito nel tratto e nel volto la dolcezza di uno scarabocchio.
E' un angelo strano, silenzioso, indefinito trasparente e incisivo...io lo amo.
Amo di lui il suo non voler essere altro da quello che è.
E' il mio angelo, quello di Klee.

venerdì 24 dicembre 2010

Dai dialoghi con l'angelo di Gitta Mallasz

 Vi lascio per un pò di giorni riflettere sulle parole che troverete nello splendido libro citato nel titolo, è una storia molto affascinante ambientata in un periodo della storia terribile colma di disperazione e odio che consiglio vivamente magari come regalo di Natale...
Un abbraccio 
Vi auguro tanta serenità e serendipità ;)


L'uomo deve trovare il luogo della salvezza dentro di sé, è lui la chiesa. Come nel mito di Parsifal, il valore umano sta nella domanda, non nella ricerca:"Domandate sempre!/La vostra domanda crea, quaggiù, /laggiù, la vostra domanda eleva."

"Non-desiderare","Non-volere", e superino l'inerzia. "Ascolta attentamente! DA UN LATO- L'AMORE DALL'ALTRO-LA LUCE. Tu sei tesa fra le due cose. E' questa la tua strada. Fra le due cose ci sono cento morti. L'Amore è apportatore di luce”.
“L'AMORE NON E' NULLA SENZA LA LUCE. LA LUCE NON E' NULLA SENZA L'AMORE.”

"La paura è il rifugio dei deboli. Non lottare, credi! Se credi, non hai nulla da temere".

Buone feste!

venerdì 17 dicembre 2010

"Noi valiamo" un augurio di cuore a tutti!



E' da un pò di tempo che trovo in giro libri, corsi e seminari di auto-aiuto che trattano lo scottante tema del "volere è potere". Scottante perché pur sembrando la cosa più semplice del mondo non lo è affatto, infatti perché mai non dovrebbe funzionare? Io lo voglio quindi posso. AHI! Ecco scotta! :) beh non funziona proprio così, basta pensare che la parte che dice VOGLIO è lui il fantastico Mr Ego! che non sa niente di ciò che c'è sotto la superficie e che quando lo scopre si arrabbia rendendosi conto di essere impotente (più o meno) già perchè quello che vuole lui in fondo conta ben poco se non si prende in considerazione ciò che è stato inciso sul nostro nastro dalla nascita (qualcuno mi correggerebbe dicendo dalla pre-nascita) fino ad oggi.
Jodorowsky la cui fama è mondiale e di tutto rispetto ha sempre affermato che noi registriamo qualunque messaggio, stato d'animo o azione che viene dall'esterno mentre siamo ancora nell'utero materno, eccezionale teoria che secondo me trova fondamento nel riscontro dello sviluppo personale di ognuno.
Cosa serve allora per potersi liberare dalle catene di anni, decenni, millenni di paure e inibizioni che hanno generato esseri frustrati e malati? Parola chiave: coscienza.
Coscienza del fatto che la trasformazione è naturale, è il processo di risveglio da un sonno di costrizioni dettate da basse vibrazioni frutto della paura e non dell'amore, della chiusura e non dell'apertura.
Coscienza del nostro corpo, del nostro sesso, della nostra divinità, della nostra capacità di cambiare strada,di svegliarci. Affinare i nostri sensi, sentire con tutto il corpo, la testa e il cuore. Vivere la vita non come automi ma coinvolti nel ritmo, in armonia con l'universo e sensibili al cambiamento senza sensi di colpa solo con la curiosità di un bambino, la purezza di una colomba e l'accortezza di un serpente. Vigili e agili, sani e compassionevoli, amorevoli creature forti e sveglie che vedono per la prima volta e sanno cosa fare da sempre...finalmente! Meditate, apritevi al centro, il vostro cuore sa tutto, egli conosce le risposte, non ha dubbi, va avanti. Pregate nel silenzio e meditate, la bellezza allora sfiorerà il vostro essere e sarete canale di luce. Non avrete più dubbi, allora sarete la massima realizzazione.
Noi valiamo. Tutti.
Buone feste!

Pamela Christiane De Logu

domenica 12 dicembre 2010

Serendipità nel parco...

Oggi pomeriggio passeggiando per il parco in cerca di cornacchie mi sono imbattuta in simpatici e coloratissimi pappagalli :)...serendipità! cerchi una cosa e ne trovi un'altra :) fateci caso non è sempre esaltante essere sorpresi così? L'entusiasmo è quello che si prova a 5 anni davanti ad un regalo inaspettato ;)
La città somiglia ad una giungla d'asfalto, in questo caso direi solo ad una giungla...

Grazie Universo!

mercoledì 8 dicembre 2010

Auguri metropolitani :)

Idea regalo dolce

Angeli e stelle dolcissime... e buonissime...Ricetta:
Preriscaldate il forno a 200° :) per farlo arrivare a temperatura prima di infornare.
1 Kg di farina, 2 uova, 4 tazzine da caffè di olio, 4 di zucchero,  2 bustine di lievito per dolci, latte con buccia di limone grattugiata e vanillina (1 bustina)
Infornate e quando sono dorati tirate via tutto fate freddare e decorate con zucchero a velo, se volete decorare con cuoricini e zuccherini vari spalmate un pò di miele sulla superficie che farà da collante ;)
BUON APPETITO!

domenica 5 dicembre 2010

Luna nuova in Sagittario

 Durante la fase della luna nuova l’energia è l'ideale per la realizzazione dei nostri sogni. Riflettete sui vostri desideri e confidateli alla luna,fate una lista di ciò che desiderate, mettetela sotto il cuscino e dormiteci su ...la notte si sa, porta consiglio...Chiedete alla Luna Nuova di guidare le vostre azioni così che accada ciò che volete dal profondo del cuore ma ricordatevi che tutto accadrà solo se rispetterete l'armonia dell'universo. 
In fondo anche Vasco cantava: "dillo alla luna può darsi che porti fortuna!" 
La Luna Nuova in Sagittario,segno dei viaggi, ci invita alla riflessione su ciò che vogliamo, sul riuscire a capire dove stiamo andando, se lo vogliamo davvero o se è il caso di cambiare rotta.
Domande essenziali  per chiarire quali sono i nostri obiettivi e  propositi di vita. Senza chiarezza, la manifestazione di ciò che desideriamo rallenta. La luna nuova ci aiuta in tutto questo. Troviamoci quindi un momento per noi e ascoltiamoci, manifestiamo chiarezza d'intenti e onestà.
Apriamoci e nel silenzio lasciamo parli il nostro lato più vero...

venerdì 3 dicembre 2010

L'autunno è arrivato da un pò...

Ed è tempo di tornare
Ecco la madre che del distacco ne fa una gamma di colori caldi
Ecco la bella fanciulla ricongiungersi al suo sposo
Persefone cara  indicami la via del ritorno,
Insegnami a ristabilire l'equilibrio tra luce ed ombra
Insegnami a restare nell'unità
A vibrare nella consapevolezza che per crescere è necessario scendere
Dalla tua ingenuità è nata una storia, dalla tua saggezza un mito.
O dea, risveglia in me il potenziale di divenire regina,
Donami la forza di integrare l'ombra pur restando al sole.
Benedici Persefone il mio cammino
Prendimi per mano nel buio
e guida i miei passi nell'ombra
Fintanto che conoscerò quei vicoli stretti
Quelle grotte desolate
E sarò in grado di cammminare nuovamente nel buio
senza smarrire la via.

giovedì 2 dicembre 2010

Un pomeriggio di relax casalingo...

Serendipity tutto è magia...: Un pomeriggio di relax casalingo...: "A volte sembra davvero un ostacolo rilassarsi un pò e pensare che basta davvero poco, basta volerlo veramente, staccare da tutto ciò che ci ..."

Un pomeriggio di relax casalingo...

A volte sembra davvero un ostacolo rilassarsi un pò e pensare che basta davvero poco, basta volerlo veramente, staccare da tutto ciò che ci collega con il mondo esterno (cellulari, pc ecc.) e tornare a casa, la nostra casa, quella interiore quella che ci accoglie quando siamo stanchi per rigenerarci, riequilibrarci, calmarci e darci sollievo. Come stiamo nella nostra casa? Ci sentiamo bene? Oppure notiamo un pò di disagio? Forse siamo stati via a lungo da questa e ora non ci sembra possibile, o forse non ci sembra meritevole lasciar tutto fuori e concentrarci sulla nostra interiorità, ritornare al respiro, allo 0?( per usare la terminologia ormai diffusissima della tecnica hawaiana ho-oponopono).

 Provate a concentrarvi sul respiro e ascoltate le sensazioni, se sono belle allora lasciate che l'accoglienza vi nutra se sono sgradevoli abbiate pazienza e perdonatevi, non forzate, ci riproverete...intanto potreste fare un bel bagno caldo ai sali del mar morto...Sapevate che questo lago salato a 394 metri sotto il livello del mare si trova sul punto più basso della terra?
L'acqua grazie alle fonti termali vulcaniche è qualitativamente arricchita di magnesio e potassio.L'alta concentrazione di Sali e minerali rende quest'acqua unica al mondo, ed è stata usata da sempre per il benessere del corpo. Un bagno rilassante con questi sali è sicuramente indicato dopo una giornata stressante!
Inoltre va bene anche per piccoli dolori reumatici, per la circolazione ed inestetismi cutanei.
Naturalmente so che fare il bagno consuma più energia della doccia ma è vero pure che ogni tanto bisogna coccolarsi...quindi bagno si ma sostenibile! :)
Buona serata!

LA LEGGENDA DEL PETTIROSSO di Selma Lagerlof

Poco fa un piccolo dolce pettirosso è volato vicino a me... con i suoi occhi vispi e la sua fiducia nell'uomo che spesso lo porta a farsi male (visto che da qualche parte qualcuno li cattura e se li mangia) mi ha ricordato questa storia... anzi vorrei pregarvi di lasciar loro qualche briciola di pane sul balcone o nei giardini visto che di questo periodo per loro è difficile trovare da mangiare...GRAZIE DI CUORE!

 

Era in quel tempo, quando Nostro Signore creò il mondo, quando creò non soltanto il cielo e la terra, ma anche tutti gli animali e le piante, e in pari tempo distribuì i nomi. Esistono molte storie di quel tempo, e se si sapessero tutte avremmo anche la spiegazione di tutte le cose del mondo che ora non si possono comprendere.

Fu allora che un giorno, mentre Nostro Signore stava a sedere in Paradiso a dipingere gli uccelli, venne a mancare il colore sulla tavolozza, così che il picchio sarebbe rimasto senza colore se Egli non avesse ripulito tutti i pennelli sulle sue penne.E fu allora che l'asino acquistò le sue orecchie lunghe, perché non si ricordava il nome che aveva ricevuto. Lo dimenticò appena ebbe fatto alcuni passi sui prati del Paradiso e tornò indietro tre volte a domandare come si chiamava, finché Nostro Signore s'impazientì un pochino e prendendolo per le orecchie disse: « Il tuo nome è asino, asino, asino ».
E nel dirlo gli allungò le orecchie perché gli venisse l'udito migliore e ricordasse quello che gli si diceva.
Fu nello stesso giorno che l'ape fu punita. Perché appena fu creata incominciò a raccogliere miele, e gli animali e gli uomini, che si accorsero del dolce profumo del miele, vennero ad assaggiarlo. Ma l'ape voleva conservare tutto per sé e con le sue punture velenose scacciava tutti quelli che si avvicinavano all'alveare. Nostro Signore vide e chiamò a sé l'ape e la punì.
« Io ti ho dato la facoltà di raccogliere il miele che è ciò che la creazione ha di più dolce, » disse Nostro Signore « ma non per questo ti ho dato il diritto d'essere cattiva col tuo prossimo.
E ora ricordati: ogni volta che pungerai qualcuno che vorrà assaggiare il tuo miele, tu morrai! »
Già, fu allora che il grillo divenne cieco e la formica perse le sue ali; accaddero tante cose straordinarie in quel giorno.
Nostro Signore, grande e mite, era seduto tutto il giorno a creare e a formare, e verso sera gli venne in mente di creare un piccolo uccello grigio.
« Ricordati che il tuo nome è pettirosso! » disse Nostro Signore all'uccello quando fu pronto. Lo depose sulla palma della sua mano e lo fece volare.
Ma dopo che l'uccello ebbe fatto un piccolo volo ed ebbe ammirato la bella terra sulla quale doveva vivere, gli venne voglia di mirarsi. Allora vide che era tutto grigio, il petto come tutto il resto. Il pettirosso si voltò e rivoltò rispecchiandosi nell'acqua, ma non poté scoprire neppure una penna rossa.E così l' uccello rivolò da Nostro Signore.
Egli, grande e mite, era a sedere, e dalle sue mani uscivano farfalle che svolazzavano intorno alla sua testa, piccioni garrivano sulle sue spalle, e dalla terra intorno a lui sorgevano rose, gigli e pratoline.
Il cuore dell'uccellino batteva per il timore, ma descrivendo leggeri giri volava sempre più vicino a Nostro Signore e finalmente si lasciò cadere sulla sua mano.
Così Nostro Signore gli domandò quello che desiderava.
« Io voglio soltanto chiederti una cosa » disse l'uccellino.
« Cos'è che desideri sapere? » disse , Nostro Signore.
« Perché debbo chiamarmi pettirosso, mentre son tutto grigio dalla punta del becco sino alla coda? Perché mi chiamo pettirosso quando non posseggo neppure una penna rossa? »
E l'uccello con i suoi occhiettini neri lo guardò implorando e voltò la testolina. Da per tutto, attorno, vide fagiani tutti rossi sotto un leggero pulviscolo d'oro, pappagalli con ricchi collari rossi, galli con creste rosse, senza parlare delle farfalle, dei pesciolini rossi e delle rose. E naturalmente pensò che occorreva così poco, una sola goccia di colore rosso sul suo petto, per farlo diventare un bell'uccello, a cui il suo nome sarebbe stato adatto.
« Perché debbo chiamarmi pettirosso, se son tutto grigio? » domandò di nuovo l'uccello, e aspettò che Nostro Signore gli dicesse:
“Ah, amico mio, vedo che ho dimenticato di dipingere in rosso le penne del tuo petto, ma aspetta solamente un momento e sarà fatto”.Ma Egli sorrise soltanto e disse:
« Ti ho chiamato pettirosso, e pettirosso ti chiamerai, ma cercati da te il mezzo di meritarti le tue penne rosse ».
E così Nostro Signore alzò la mano e lasciò che l'uccello rivolasse per il mondo.L'uccello volò in Paradiso con molti pensieri. Che cosa poteva fare un uccellino come lui per procurarsi delle penne rosse?
L'unica cosa che gli venisse in mente fu di fabbricarsi il nido in mezzo ai prunai. Egli s'annidò fra le spine nel folto della macchia. Pareva stesse aspettando che una foglia di rosa gli si attaccasse al petto e gli desse il suo colore.Un numero infinito d'anni erano trascorsi da quel giorno che fu il più bello sulla terra. D'allora in poi gli animali e gli uomini avevano abbandonato il Paradiso e si erano sparsi sulla terra. E gli uomini erano giunti al punto d'imparare a lavorare la terra e a navigare sul mare, si erano fatti abiti e utensili; da molto tempo avevano già imparato a fabbricare grandi templi e città potenti, come Tebe, Roma e Gerusalemme.
Spuntò un giorno nuovo che non doveva esser mai più dimenticato nella storia del mondo e all'alba di quel giorno il pettirosso era posato su un piccolo colle nudo fuori le mura di Gerusalemme e cantava per i suoi piccini che si trovavano nel piccolo nido in mezzo ai bassi cespugli di spine.
L'uccello raccontava ai suoi nati il giorno meraviglioso della creazione e la distribuzione dei nomi: così aveva raccontato ogni pettirosso dal primo in poi, che aveva udito la parola di Dio ed era uscito dalla Sua mano.
« E ora vedete, » concluse tristemente il pettirosso « tanti anni sono passati, tante rose sono sbocciate, tanti piccoli uccelli sono sgusciati dalle uova dal giorno della creazione in poi, che non c'è nessuno capace di contarli, ma il pettirosso è ancora un uccellino grigio. Ancora non è riuscito a conquistarsi le penne rosse. ». I piccini spalancarono i piccoli becchi e domandarono se gli antenati non avevano cercato di compiere qualche grande opera per conquistare il prezioso colore.
« Abbiamo fatto tutto quello che abbiamo potuto, » disse l'uccellino « ma siamo stati tutti sfortunati. Già il primo pettirosso, una volta, incontrò un altro uccello che gli rassomigliava completamente, e subito si mise ad amarlo con un amore così violento da sentirsi arroventare il petto. Ah, pensò allora, adesso comprendo. Nostro Signore vuole che io ami con tale ardore, che le penne del mio petto abbiano a tingersi di rosso per il caldo d'amore che ho nel cuore. Ma egli s'ingannava, così come si sono ingannati tutti gli altri dopo di lui e come c'inganneremo anche noi. »
I piccini cinguettarono tristemente, incominciavano già ad affliggersi perché la tinta rossa non avrebbe adornato i loro piccoli petti coperti di peluria.
« Abbiamo anche sperato nel nostro canto » disse l'uccello vecchio parlando con toni prolungati. « Già il primo pettirosso cantava così; il petto dall'entusiasmo gli si gonfiava, ed egli ritornava a sperare. Ah, pensava, la fiamma del canto che ho nell'anima, tingerà di rosso le penne del mio petto. Ma s’ingannava, come si sono ingannati tutti gli altri dopo di lui, come c'inganneremo anche noi. »
Si sentì di nuovo un triste cinguettio uscir dalle gole mezze nude dei piccini.
« Abbiamo anche sperato nel nostro coraggio e valore » disse l'uccello.
« Già il primo pettirosso si batté valorosamente con gli altri uccelli e il suo petto s'infiammò dal piacere di combattere. Ah, pensò, le penne del mio petto si tingeranno di rosso per la gioia della lotta che arde nel mio cuore. Ma s'ingannò, come si sono ingannati dopo di lui tutti gli altri, come c'inganneremo anche noi. »
I piccini cinguettarono coraggiosamente che volevano ancora tentare di conquistare il premio tanto ambito, ma l'uccello rispose tristemente che era impossibile. Che cosa potevano sperare quando tanti antenati così bravi non erano riusciti a raggiungere la mèta? Potevano fare di più che amare, cantare e lottare? Che cosa potevano…
L'uccello si fermò in mezzo alla frase, perché da una delle porte di Gerusalemme usciva una gran quantità di gente e tutta la folla si dirigeva verso il colle dove l'uccello aveva il suo nido.
C'erano dei cavalieri su destrieri superbi, servi con lunghe lance, assistenti del boia con chiodi e martelli, v’erano sacerdoti dall’incedere dignitoso, e giudici, donne piangenti, e davanti a tutti una massa di popolo che correva selvaggiamente, un accompagnamento orrendo, ululante di vagabondi. L'uccellino tremando stava sull'orlo del suo nido. Temeva ad ogni istante che il piccolo cespuglio di spine venisse calpestato e i suoi piccini rimanessero uccisi.
« State in guardia, » gridò ai piccini inermi « state tutti vicini e state zitti! Ecco un cavallo che viene proprio su di noi! Ecco un guerriero coi sandali ferrati! Ecco tutta la folla selvaggia! »
Ad un tratto l'uccello smise di gettare i suoi gridi d'allarme e tacque. Dimenticò quasi il pericolo sovrastante.
Improvvisamente saltò giù nel nido, e allargò le ali sopra ai piccini.
« No, è troppo tremendo » disse. « Io non voglio che voi vediate. Sono tre malfattori che vengono crocifissi. »
E allargò le ali affinché i piccini nulla potessero vedere. Udirono soltanto dei colpi di martello rimbombanti, grida di dolore e gli urli selvaggi della folla.
Il pettirosso seguì tutto lo spettacolo con gli occhi che si dilatavano dal terrore. Non poteva allontanare gli sguardi dai tre infelici.
« Come gli uomini sono crudeli! » disse l'uccello dopo un momento « non si accontentano d'inchiodare quei poveretti sulle croci, no, sulla testa di uno hanno anche posto una corona di spine. Io vedo che le spine hanno ferito la sua fronte così da fare scorrere il sangue » continuò. « E quell'uomo è così bello e si guarda attorno con sguardi così dolci che ognuno deve sentire d'amarlo. Mi pare che una freccia mi stia trafiggendo il cuore nel vederlo soffrire. »
Il piccolo uccello sentiva crescere la sua compassione per l'incoronato di spine.
« Se io fossi mia sorella l'aquila, » pensò « strapperei i chiodi dalle sue mani e con i miei forti artigli scaccerei tutti coloro che lo fanno soffrire.»
Egli vide il sangue gocciolare sulla fronte del Crocifisso e non poté stare fermo nel suo nido.
« Benché non sia che piccolo e debole, pure debbo poter fare qualche cosa per questo povero martoriato » pensò l’uccello: e allargò le ali e volò via per l’aria, descrivendo larghi giri intorno al Crocifisso.
Gli volò intorno parecchie volte senza ardire d’avvicinarsi, perché era un uccellino timido, che non aveva mai osato avvicinarsi ad un uomo. Ma un po’ per volta si fece coraggio, volò molto vicino e col becco tolse una spina che si era piantata nella fronte del Crocifisso.In quel momento una goccia di sangue del Crocifisso cadde sul petto dell’uccello. Si allargò rapidamente, colò giù e tinse tutte le pennine delicate del petto. Ma il Crocifisso aperse le labbra e sussurrò all’uccello: « Per la tua pietà ora avrai quello che la tua razza ha desiderato sempre da quando fu creato il mondo ».
Poco dopo, quando l’uccello ritornò al suo nido, i piccini gridarono: « Il tuo petto è rosso, le penne del tuo petto sono più rosse delle rose! »
« Non è che una goccia di sangue della fronte di quel pover’uomo » disse l’uccello. «Scomparirà, appena farò il bagno in un ruscello o in una limpida sorgente. »
Ma quando l’uccellino fece il bagno la macchia rossa non scomparve dal suo petto, e quando i suoi piccini divennero grandi, la tinta rossa splendeva anche sulle penne dei loro petti, come d’allora in poi splende sul petto e sulla gola di ogni pettirosso.


mercoledì 1 dicembre 2010

Sotto il segno del Sagittario

Nasce oggi questo blog che è donna e nasce sotto la benevola influenza di Giove padre dell'espansione...
Colei che scrive è acquario e quale migliore unione poteva esserci? L'aria alimenta il fuoco così il mio compito sarà appunto quello di alimentare la conoscenza, quella delle piccole cose, quella che si apprende quando ci si apre e ci si affida al nostro dio interiore...come una vestale allora io manterrò acceso il fuoco sacro ad Estia o Dea Vesta (per  Roma non a caso la mia città natale).
Estia ci insegna a mantenere la nostra casa pulita non per far piacere ad altri ma per amore del nostro spazio sacro che restando pulito lascerà fluire l'energia essenziale al nostro equilibrio. Si tratta quindi di trattare noi stessi con rispetto e cura, con amore e dedizione lasciando da parte l'ego per accedere all'essenziale che come scriveva Antoine de Saint-Exupéry è invisibile agli occhi...

1-12-2010 La mia personale esperienza di serendipità giornaliera dalla mia finestra...


Riguardo la serendipità...

"È stato una volta che lessi una favoletta dal titolo "I tre prìncipi di Serendippo". Quando le loro altezze viaggiavano, continuavano a fare scoperte, per accidente e per sagacia, di cose di cui non erano in cerca: per esempio, uno di loro scoprì che un cammello cieco dall'occhio destro era passato da poco per la stessa strada, dato che l'erba era stata mangiata solo sul lato sinistro, dove appariva ridotta peggio che sul destro - ora capisce la serendipità? Uno dei più ragguardevoli esempi di questa casuale sagacia (lei deve infatti notare che nessuna scoperta di cosa che si stia cercando può ricadere sotto tale descrizione) è stato quello del mio Lord Shaftsbury, il quale, capitato a pranzo dal Lord Chancellor Clarendon, si accorse del matrimonio del duca di York e di Mrs. Hyde, dal rispetto con cui la madre di quest'ultima trattava la figlia a tavola."W. S. Lewis


Namasté

Il significato di questa parola che deriva dal sanscrito è "mi inchino a te", l'accezione è prettamente spirituale e creativa, nel senso di desiderio di creazione di un legame con l'altro nel riconoscerlo come parte del tutto, il mio divino interiore riconosce il tuo e con le mani giunte sul cuore vengo in pace a riverire la luce sacra che è in te.
Vi porgo i miei saluti dunque e il mio benvenuto augurandomi che questo spazio possa essere spunto di riflessione per chiunque senta il desiderio di guardare le cose da una prospettiva differente.
Pamela Christiane De Logu