mercoledì 24 agosto 2011

La donna che verrà...

E’ pregiudizio comune credere che le cose non cambino.
Nei secoli la donna ha viaggiato a lungo modellandosi secondo gli schemi delle varie epoche affilando l’arte della seduzione come il modo più comune di garantirsi uno spazio.
Nella moda, nel cinema, nel mondo dello showbiz troviamo esempi femminili che di quest’arte ne hanno fatto un personaggio dando vita all’icona della donna debole e sensuale che affascina con dolcezza come la bionda Marylin o la sbarazzina e fresca Audrey Hepburn che conquista con una raffinata semplicità o l’enigmatica e bellissima Kim Novak dalle curve ben accettate allora.
Ma cosa accade quando il bisogno di sopravvivere come personaggio seppellisce l’esigenza di vivere per ciò che si è?
Quando modelli standardizzati limitano l’espressione di sé quello che scatta è l’adattamento o la ribellione.
Morire per un canone dettato dal fashion system fa riflettere e smuove nell’essere femminile il desiderio di mostrare l’altra faccia della luna, quella più nascosta perché spaventosa agli occhi di chi non è in grado di scorgere la vera bellezza nelle differenze e usa il corpo commercialmente frustrando l’anima.
E’ un momento questo in cui la coscienza femminile è stanca e pronta a farsi avanti in maniera consapevole non solo ribellandosi ma comunicando in azione la sua strategia di essere libera di esprimere il proprio valore come donna.
La donna che verrà è una donna che sa vivere nel presente secondo il suo valore che scopre ogni giorno esponendosi al rischio di deludere e perdere, è una donna che lo ha riconosciuto e accettato come indivisibile da sé.
E’ una donna nuova che ha il coraggio di non piacere, disturbare, osare con intelligenza e sensibilità.
Non sta più in un angolo aspettando di essere scelta è lei la Psiche che ha imparato a dividere i semi.
E’ una donna che non reagisce ma agisce e che non rinuncia alla sua femminilità per assecondare una società impaurita ma non ne fa di questa una mercificazione.
Non avrà paura di stare sola ma non disdegnerà un’unione in nome di una libertà che ha capito essere falsa se non condivisa, non cederà alla rabbia ma la sublimerà attraverso la creatività e parlerà al mondo facendosi ascoltare, dettando nuove linee sociali e commerciali.
Suggerirà il nuovo taglio, il nuovo stile collaborando al cambiamento per smentire chi di un pregiudizio ne ha fatto un ostacolo alla realizzazione di sé.


Un grazie particolare a Silvia che lo ha diffuso sul suo blog 

e a Paperblog che lo ha scelto come tra uno dei migliori articoli qui.

Pamela De Logu