sabato 27 dicembre 2014

Necessity not virtue was the beginning of my spirituality

Questa è una frase scritta da Julia Cameron, nel suo famoso testo "La via dell'artista" un libro che come altri ha fatto parte e continua  a far parte della mia libreria e crescita personale, un testo che consiglio vivamente a tutti poiché attraverso degli esercizi si ha la possibilità di lavorare sui vari blocchi che non ci permettono di vivere creativamente e fare quello che ci piace e per cui siamo portati.
A volte si crede erroneamente che la spiritualità sia fare yoga 2 volte a settimana e leggere libri new age.
Anche io pensavo fosse figo essere spirituale fino a che non ho scoperto che:

A: Non avevo scelta.
B: Non è figo. E' necessario.

Se avessi potuto farne a meno sinceramente parlando lo avrei fatto, mi sarei risparmiata un sacco di fatica, il mio essere spirituale non ha niente a che vedere con la virtù, non sono una virtuosa neanche per niente, ero una persona molto teorica fino a che non ha scoperto che la teoria viene dopo la pratica nel momento in cui si devono pagare le bollette se vuoi continuare a cucinare.
Credo che la persona pratica sia più spirituale di tanti professori...
Ultimamente mi è capitato di trovare bellezza in un carpentiere, un fabbro e un giardiniere e tanta banalità nei professori.
Teste piene di nozioni che sanno rispondere a tutte le domande tranne a quelle che davvero contano.
Perché non lo sanno. E non lo sanno perché non osano guardarsi dentro, in quel buio, dove forse scoprirebbero che senza tutte quelle informazioni valgono meno di niente.
Io per necessità mi trovai a dover fare un percorso, un percorso doloroso che porta all'apertura del cuore e alla presa di responsabilità, un percorso che man mano che si va avanti ci si spoglia di tutto ciò che non serve. E nudi si rimane ad attendere di rinascere.

E quando si rinasce ogni volta, mentre impari  a camminare devi ricordare a te stesso che puoi sempre cadere ma stavolta farà meno male poiché hai imparato a rimediare.
Quando ad un certo punto la scelta è fra vivere e morire, scegliere la spiritualità non è un atto di coraggio ma di disperazione.
All'inizio per me è stato un aggrapparsi alla vita.
Sono contraria a chi spinge le persone verso guru e maestri e non perché il mio percorso è stato battezzato dall'arcano senza nome per gran parte del tempo ma perché è in solitudine che si può sentire meglio la propria voce, perché nel gruppo viene meno l'individualità che deve essere scoperta affinché il viaggio sia personale e funzionale all'individuo stesso che porterà nel mondo la sua propria fiamma e non quella di un "capo" congrega.

Andai nei boschi perché volevo vivere con saggezza e in profondità e succhiare tutto il midollo della vita, sbaragliare tutto ciò che non era vita e non scoprire in punto di morte che non ero vissuto.
                    Henry David Thoreau



Non lasciate che qualcun altro succhi via da voi la vita, non date nutrimento a chi non vi ama, a chi non vi rispetta e se lo fate domandatevi perché e aiutatevi, non fermatevi a giocare il ruolo di vittime, assegnatevi quello di protagonisti e riscrivete le battute.
Le persone non possono farvi nulla di quello che vogliono a meno che voi non diate loro questo potere, Affinché questo accada, bisogna prendere consapevolezza del proprio potere personale. 
Queste persone spesso sono benedizioni, perché ci danno modo di destarci dal nostro sonno.
Forse il tuo percorso di vita era quello di ritrovare la fiducia nelle tue capacità e imparare a farti rispettare?
Forse in fondo glie lo hai inconsciamente chiesto di calpestarti?
Poniamoci domande e restiamo curiosi. Attenti.

Oh me, oh vita!
Domande come queste mi perseguitano,
infiniti cortei d'infedeli,
città gremite di stolti,
che vi è di nuovo in tutto questo,
oh me, oh vita!

Risposta

Che tu sei qui,
che la vita esiste e l'identità.
Che il potente spettacolo continua,
e che tu puoi contribuire con un verso.
Quale sarà il tuo verso?!

Buona rinascita a tutti.

Che cosa vi tenete di questo 2014? Che cosa lasciate andare?

Io mi tengo il coraggio di aver tenuto duro nonostante le difficoltà, mi tengo l'amore che ricevo dalla vita, l'amicizia delle persone vicine e lontane, il perdono verso le mie debolezze, la capacità di piacermi così come sono e di apprezzarmi nei momenti difficili.

Lascio andare chi mi ha usata e presa in giro per compensare il suo dolore.
Lascio andare il peso di dover compiacere qualcuno per paura di non essere abbastanza, lascio andare tutto ciò che non è più benefico per me.

Ringrazio comunque per ogni sfida, ogni occasione di conoscermi sempre più  a fondo come donna.

E a tutte coloro che sperano in un amore nel 2015 dedico queste parole del mio amico Gabriele e ricordate che l'amore quello vero vi vuole bene non vi tratta male, non si vendica e se state male non vi chiede di spegnere la luce e non rompere perché la mattina deve andare a lavorare...ma viene ad accarezzarvi e a dedicarvi spazio e tempo, delle occhiaie la mattina dopo se ne frega, l'amore quello vero non ha tempo per le scuse, trova sempre una via per venire ad abbracciarvi, l'amore non vi pugnalerà alle spalle mentre aspettavate un ritorno, l'amore non gioirà nel vedervi singhiozzare di terrore, l'amore accoglie, protegge e fortifica...vi auguro di cuore di trovare l'amore amiche mie.
Un abbraccio

In Amore vince il più debole :)

Il mio maestro di judo, che era un vecchio campione olimpionico, m’insegnò una regola fondamentale. Tra due lottatori non vince il più grosso e forte, ma quello con la tecnica più raffinata. Da ciò trasse una legge fisica: «più sono grandi, più forte fanno il botto». Ricordavo questo insegnamento oggi, a una consultante: una donna che in questi pochi mesi ha compiuto un incredibile cammino di consapevolezza e accettazione, di comprensione e amore. Quando l’ho conosciuta, era una signora con gli occhiali, che pareva intenta a nascondersi dalla vita, perché quando bussasse a lei trovasse occupato. Oggi è una grande donna, piena di bellezza e di energia, di futuro, forza, trasformazione. Ha buttato gli occhiali e vede benissimo, sia con gli occhi che con il cuore. Si è liberata di una relazione/espiazione ed è tornata a respirare.
Le persone molto insicure e infantili tendono ad attrarre amori terapeutici, infermieristici, incastrando malcapitati amanti-genitori in un gioco incessante di fuga. Per definizione, essendo dei bambini bisognosi, non scelgono. Sono perenni «amici», afflitti dall’incapacità d’innamorarsi, di compromettersi, coinvolgersi, assumersi responsabilità, fare dei progetti, condividere un destino. Imprigionati in un eterno, frustrante, inestinguibile quattordicesimo anno di età. Non gli pare vero che una persona sia caduta nella loro tela, che si accontenti di quel nulla che danno, fornendo in cambio amore costante, protezione, abnegazione, comprensione, energia di qualunque forma e livello, nutrimento. Hanno i minuti contati: l’incantesimo durerà poco e quell’altra persona si accorgerà che nel mondo esistono miliardi di occasioni migliori, individui che saprebbero anche dare, con cui la vita non sarebbe un’uniforme e insopportabile rottura di scatole. Così, iniziano a minare la fiducia dell’altro, a esaltarne difetti, mancanze, debolezze, a rendersi, per quanto teoricamente impossibile, fondamentali. L’altro, per amore, ignora che una persona amata possa mentire e comportarsi da autentica carogna; inizia così a farsi distruggere intere porzioni del proprio territorio, a credere in quelle fandonie, a chiudersi sempre di più in uno spazio piccolo, angusto, terrificante. Identico al tipo d’amore che l’altro sa dare. Una vera tortura. S’indebolisce progressivamente, centimetro dopo centimetro, fino a perdere il senso della vita. Ma, in profondità, resta sempre il più forte. Quello che ha in mano la situazione, anche se non se ne accorge. Che può decidere da un momento all’altro di far saltare questa finzione e tornare alla vita con pienezza e gioia. Allora, torniamo all’insegnamento del judo. Quelli che sembravano i più forti, sprezzanti, sempre giudicanti, apparentemente indipendenti (fregarsene dell’altro non vuol dire non averne bisogno, anzi…) si rivelano fragilissimi. Svelato il loro atroce bisogno di amore, sono nudi e precari, come dei neonati sul fasciatoio, alla mercé di un mondo grande e «cattivo». I più deboli, che si lasciavano tiranneggiare fino a qualche ora prima, divengono giganti, chiudono la porta e sono d’un tratto liberi. Dopo qualche mese o qualche anno, ripenseranno alle ore più oscure del loro passato di martiri d’amore, sentendosi come se avessero scampato un funesto naufragio o, semplicemente, come se quella fosse la vita di qualcun altro.


Beliefs are  beliefs. They are not facts. Change beliefs. 

P.