In una delle scene, probabilmente un consigliere o qualcuno comunque molto vicino al Re rivela qualcosa e quest'ultimo si rifiuta di ascoltare, allora l'altro guardandolo dice: "Mi fa pena un Re che non sa accettare la verità."
"Mi fa pena un Re che non sa accettare la verità"
Un Re guida il suo popolo, un Re prende le decisioni, un Re si assume la responsabilità.
Quante volte invece un Re si mette a fare il suddito? Quante volte il potere dal basso ha la meglio e il Re si lascia confondere poiché non è rimasto sveglio.
Siamo Re ma non lo sappiamo, viviamo una vita da sudditi mentre la nostra vera natura è quella di avere potere. Il potere di, non il potere su. Il potere non di creare gli eventi ma di scegliere volontariamente come rispondere agli eventi: assumendocene la responsabilità o negandola a noi stessi passando poi il tempo a farci pena, ad autocommiserarci.
Abbiamo il potere di immaginare, di agire e invece giriamo senza uno scopo, un'intenzione, colpevolizzando i nostri genitori, la suocera, il politico, lo Stato.
Chi è un Re che non sa accettare la verità?
E' chiunque di noi ancora addormentato nel gioco, e' colui il quale trovando faticoso restare sveglio si confonde con il suo popolo ( emozioni, drammi, blocchi) lasciando che questo prenda il sopravvento, ma non avendo per natura diritto di governare, il popolo non guidato rettamente genera il caos.
Vegliate dunque, perché non sapete in quale giorno il Signore verrà...dice il famoso Matteo
o forse meglio la "ninna nanna" di risveglio di Mary Poppins :)
Vegliate dunque, perché non sapete in quale giorno il Signore verrà...dice il famoso Matteo
o forse meglio la "ninna nanna" di risveglio di Mary Poppins :)
che la notte scenda giù
che la luna salga su
state svegli ad aspettar.
Tutto il mondo dormirà
mentre svegli noi starem
ed insieme sognerem
sogneremo ancor così
di veder spuntar il dì.
P.
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