giovedì 23 ottobre 2014

La principessa e il drago

"E' solo una storia!" Disse la ragazza.
"Non è SOLO una storia signorina, è una storia. Le storie sono importanti, è la cosa più preziosa che ci hanno tramandato, tutti noi abbiamo una storia e nessuna di queste è uguale all'altra"
Così la riprese il cantastorie di strada.
L'inverno era ormai alle porte e le foglie cadute coloravano i viali umidi, facendo talvolta scivolare il malcapitato di turno.
"Lei ama vero?" Domandò sorridendo. "Vedo che lei ama tanto signorina e per questo le dico che è sulla strada giusta, continui ad amare"
Rollandosi del tabacco, la guardò facendole l'occhiolino.
"Lui non mi vuole" disse lei, "tutto quello che faccio o dico e' inutile"
Il cantastorie allora si voltò per accendersi la sigaretta, buttò fuori il fumo e rimase in silenzio per qualche secondo, dopodiché le prese la mano e le diede un fiammifero.
"Che significa?" 
"Lei signorina ha bisogno di vedere, le racconterò un'altra storia se vorrà ascoltarmi"
"Va bene" rispose malinconica e fissando il fiammifero nella mano si sedette su uno scalino.


C'era una volta una principessa, la principessa viveva in un castello tetro e buio, questa principessa non era come le altre principesse, non viveva in un castello meraviglioso, viveva in un castello scuro, vecchio e desolato.
La principessa era bella ma lei non lo sapeva perché essendo sempre sola ed essendo sempre buio non poteva vedere.
La principessa però in comune con tutte le altre principesse aveva il sogno di sposare un bel principe.
Ma la sorte si sa, è burlona e a volte ci mette davanti un principe mascherato da ranocchio per insegnarci la lezione più importante: L'amore.
In questo castello nel sotterraneo viveva un drago, il drago dormiva di giorno e di notte andava a visitare la principessa che nel frattempo sognava il suo principe.
Il drago avrebbe potuto sbranarla con un sol boccone ma non lo fece mai, erano cresciuti insieme, da piccoli giocavano spesso, poi un giorno si allontanarono e si nascosero l'uno all'altra pur vivendo nello stesso palazzo.
Ma venne il giorno in cui la principessa si stancò di tutto questo buio, le venne la curiosità di sapere cosa era la luce, ne aveva sentito parlare dai suoi prima che la lasciassero, molto tempo fa ma poi non ci aveva più pensato.
Da qualche tempo però il pensiero della luce era sempre più ricorrente nella sua mente e non sapendo con chi condividere questo suo desiderio, decise di scendere nel sotterraneo e andare a trovare il suo vecchio amico di giochi, non sapeva se l'avrebbe ascoltata, si sentiva un pò in colpa per non averlo più cercato, ma in fondo pensava tra sé mentre scendeva i gradini, nemmeno lui aveva fatto granché per starle vicino...
Così ogni tanto si fermava, faceva qualche passo indietro e poi ritornava a scendere.
Alla fine giunta davanti alla porta bussò.
Non ricevendo risposta, bussò altre tre volte e alla fine entrò.
Il buio lì sotto era ancora più nero e nonostante i suoi anni abituata all'oscurità, per un attimo tremò di paura al pensiero che forse quello lì non era più suo amico e l'avrebbe divorata.
Era cresciuto ormai. Non era più un cucciolo, era un drago.
Ma si fece coraggio e avanzò.
Dal fondo due occhi di giada scintillarono fissandola e una fiammata divorò la stanza.
La principessa riparandosi con la mano urlò e scappò cercando la via d'uscita alle scale.
Salì di corsa piangendo, spaventata per quanto era accaduto, vuole uccidermi pensò e chiudendosi nella sua stanza aspettò che facesse giorno per esser sicura che lui dormisse.
La mattina dopo, la principessa andò in giardino, guardando il cielo sempre grigio e senza sole, si rattristò ancora di più e pianse pregando affinché le giungesse aiuto per godere anche lei della luce.
Così passarono notti e giorni e lei e lui continuarono a scappare l'uno dall'altra, lei iniziò ad avere dei sogni, dei messaggi le giunsero, messaggi di luce, di speranza, nei suoi sogni c'era sempre il sole e non era mai sola, al risveglio però si ritrovava nel solito buio con i suoi pensieri.
Mesi, stagioni passarono, quando un giorno la principessa ricevette questo messaggio in sogno:

Per godere della luce devi accendere il cuore. Dai amore e riceverai amore.

Si svegliò carica di speranza pur non avendo capito cosa fare esattamente.
Dare amore? Non stava dando amore? In effetti si rese conto che era solo triste e impaurita e che non sognava nemmeno più di andare in sposa a un principe. Così pensò tutto il giorno a cosa poteva fare, a come poteva dare amore e comprese che doveva affrontare la sua paura più grande: il drago.
Non l'avrebbe sfidato, non avrebbe avuto alcun senso, l'amore non sfida, l'amore accoglie, conosce e aspetta.
Così per notti intere non dormi, andò nei sotterranei ad osservarlo da lontano, cercando di studiarlo, di vedere come era diventato. Non fiatava, semplicemente stava lì e lo guardava. E più lo guardava e più comprendeva la sua natura e più comprendeva la sua natura meno ne aveva paura e allora una notte lei entrò di nascosto e disse al drago: "non ho paura di te, forse a te non importa più niente di me, ma io non ho dimenticato i momenti belli che mi hai regalato, a me importa di te e non ti ferirò per difendermi se vorrai attaccarmi, sono qui perché fai parte di me e io non voglio avere paura di una parte di me, voglio abbracciarla"
Il drago la fissò e si girò dall'altra parte.
Lei si mise vicino a lui e lo accarezzò per ore, il drago si scostò. 
Così fece molte notti, ogni notte la principessa scendeva da lui per conoscerlo ma lui voltando lo sguardo la trattava con indifferenza.
Ma un brutto giorno la principessa si ammalò, non poté più scendere da lui, lui se ne accorse ma per qualche notte non ci badò. Dopo due settimane, curioso, una notte andò a trovarla nella sua stanza, la principessa stava morendo, le mancava il calore, la luce, non poteva più vivere senza.
Aveva abbandonato la speranza di trovare la luce nel suo mondo, ci aveva provato ma nessuno le aveva dato una risposta. 
Aveva affrontato le sue paure, ma era ancora nell'oscurità, così si lasciò andare allo sconforto e accettò che l'ombra la invadesse completamente.
Il drago vedendo quanto questa piccola donna era in realtà forte tanto da essersi data alle tenebre pur di arrivare alla luce, la guardò teneramente, lei aprì gli occhi e vedendolo lì vicino, ironicamente disse: "Sei qui per divorarmi?" 
"Sono qui per riscaldarti" rispose lui.
Così usò il suo fuoco: non più incendio ma camino. La riscaldò tanto da farla star bene. La amò tanto da trasformarsi in nutrimento per quest'anima amica.
Lei si ristabilì, uscì in giardino e vide per la prima volta i fiori sbocciare.


La morale è che per arrivare alla luce bisogna passare l'ora più buia signorina, ma bisogna mantenere salda l'intenzione.
E colui il quale  è portatore di luce spesso, dovrebbe imparare a dosare la fiamma, farne buon uso.

La ragazza lo guardò assorta nei suoi pensieri, lui spense la sigaretta, le sorrise e la salutò.

"Ma lei non ci pensi poi tanto signorina...è solo una storia"

P.







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