Sembra che se ti prendi cura di ortaggi dando loro il tuo sangue mestruale, questi riconoscano di cosa hai bisogno e te lo restituiscano in vitamine e ferro.
Il fatto che una pianta riesca a comprendermi meglio di un essere umano attraverso l'assunzione di una sostanza prodotta dal mio corpo mi ha lasciato nella meraviglia e mi ha regalato la speranza che anche noi arriveremo al loro livello energetico di empatia.
Studi hanno rilevato che le piante sono in grado di percepire le tue intenzioni e si comportino di conseguenza, forse per questo le mie quando mi vedono si ammosciano e quando vedono mia madre gioiscono; hanno compreso che non ho la minima intenzione di prendermene cura. Nonostante questo alcune piante mi fanno le feste più di altre, come ad esempio i cactus. I cactus mi adorano perché sono creature indipendenti, un pò come i gatti e così apprezzano il mio non star loro troppo addosso.
Ultimamente la mia vita è sembrata un pò un giro di giostra sgangherata e la mia resistenza ne ha pagato il prezzo, sono davvero stanca, è per questo che non ho scritto per un pò, ero a riprendermi dai colpi.
Sto sviluppando un approccio zen, stare nel qui e ora, non sempre ci riesco, ma sono bravissima a parlarne, è già qualcosa per il momento.
A volte cerco di ricordarmi di me, di riportare la mente a stare qui, a non cadere nel tranello del tempo, ripetendo che non esiste che quest attimo da vivere nella pienezza.
Alla fine i sogni se impregnati di volontà e fiducia al risveglio si vestono di realtà e si possono vivere non solo raccontare.
Non mi sono mai avventurata oltre oceano nella scrittura perché dello spazio temo la dispersione un pò come un caro collega di lettere Gabriele Policardo, mi sono lasciata cullare dall'ispirazione del momento e ho costruito attorno ad una frase balenata in mente una sentenza o un castello di parole che girano intorno al centro di ogni emozione così da mettere in evidenza ciò che deve affiorare per essere lasciato andare.
Ho accettato il coraggio di ammettere di non saper fare di meglio nella vita che scrivere 2 parole, per avvicinarmi ad un'anima, sentire trasmettendo attraverso lo scritto la mia autenticità.
Ho guardato nel buio senza scorgere luce, mi sono spaventata ma sono rimasta e ho scoperto che la luce ero io e che brillavo per dare una direzione. Potrei scrivere su linkedin professione: Musa.
O meno poetico: cartello stradale. Che cosa vai cercando se sei un cartello stradale? Non sei un'automobilista. Non sei un pedone. Sei una direzione. Io sono una direzione, il mio lavoro è indicare la strada, non so fare altro, ma ragazzi lo faccio splendidamente.
Per essere più poetici potrei parlare di muse...eccomi! sono una Musa piacere!
Per chi non lo sapesse, le Muse (in greco Μοῦσαι, -ῶν, in latino Mūsae, -arum) sono i nove personaggi della mitologia greca e romana, figlie di Zeus e di Mnemosine o Armonia, o, secondo un'altra versione, di Gaia (Terra) e Urano (Cielo) L'importanza delle muse nella mitologia antica fu assai elevata: esse infatti rappresentavano l'ideale supremo dell'Arte, di cui erano anche patrone.Preposte all'Arte in ogni campo, chiunque osasse sfidarle veniva punito in maniera severa. Le Sirene, volendole sfidare nel canto, furono private delle proprie ali, utilizzate poi dalle stesse Muse. Anche le Pieridi, sempre in una sfida simile, vennero tramutate in uccelli.
Il numero delle muse e il campo dell'arte in cui esse agivano venne precisato intorno al IV secolo a.C. I loro nomi erano:
* Calliope, dalla bella voce, la Poesia epica, con una tavoletta ed un libro;
* Clio, colei che rende celebri, la Storia, seduta e con una pergamena in mano;
* Erato, che provoca desiderio, la Poesia amorosa, con la lira;
* Euterpe, colei che rallegra, la Poesia lirica, con un flauto;
* Melpomene, colei che canta, la Tragedia, con una maschera, una spada ed il bastone di Eracle;
* Polimnia, dai molti inni, il Mimo, senza alcun oggetto;
* Talia, festiva, la Commedia, con una maschera, una ghirlanda d'edera ed un bastone;
* Tersicore, che si diletta della danza, la Danza, con plettro e lira;
* Urania, la celeste, l'Astronomia, con un bastone puntato al cielo.
Quale destino è riservato ad una Musa? Quello di essere seguita.
E se per una volta lei non sapesse che direzione prendere?
Sarebbe il suo colmo.
Pamela De Logu
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