Ho amato tanto da vedere oltre le illusioni, la realtà di chi avevo di fronte.
Ho amato tanto con gli occhi e con le mani, sforzandomi come potevo per riuscire a farmi credere da chi non era in grado di vedere quello che per me, era chiaramente la realizzazione del suo destino nella vita.
Ho amato tanto da crederci nonostante qualcuno tentasse di confondermi e scoraggiarmi, ho amato oltre le prove, oltre tutto; perché l’amore o è assoluto o non è.
Ho amato da vicino mentre il respiro si faceva corto e amato da lontano mentre il sogno mischiava i colori del giudizio.
Ho amato non sentendo nessuno perché il mio era un ascolto.
Ho amato puntando alla comprensione non al malinteso, all'unione non alla divisone, alla costruzione non alla distruzione.
L’ho fatto in modo grezzo, forse zoppicando, con dei fiori nelle mani appena colti e dei semi da piantare.
L’ho fatto così anche quando non sapevo come, l’ho fatto a modo mio, come meglio potevo, sbagliando ad esprimermi ma mai mentendo.
L’ho fatto come una bimba ingenua prima e come una donna impaurita dopo, l’ho fatto come qualcuno che cerca aiuto più tardi e come una sconosciuta familiare alla porta ora.
Mi hanno detto: “Non ti preoccupare. Tutti sbagliano”
Ma gli errori possono essere corretti, allora io chiedo questo oggi: che i miei errori siano corretti, che il tempo sia clemente, che la mente sia sanata e il perdono accordato.
Perché voglio essere amata nella completezza del mio aver fallito, piuttosto che scontare la pena di un gesto compiuto nell'assoluta mancanza di consapevolezza.
Perché voglio una possibilità altra e non un eterno ritorno nella mia caduta.
Perché ho regnato all'inferno senza soddisfazioni, con un orgoglio malconcio, accorgendomi che, servire in paradiso sarebbe stato l'unico modo di fare il mio massimo bene.
Ho amato senza mai pentirmi, ho amato tanto da arrivare a non fare più nulla per poter far crescere ciò che la terra aveva in serbo.
Ho amato tanto da riuscire a restare in silenzio quando ferita nell'ego sono stata sostituita, perché l'amore non è suo ma di Dio.
Ho amato tanto da sanguinare eppure dire: “Sia fatta la Tua Volontà”
E ora solo una domanda mi accompagna la sera, quando in un autistico stato di cose ricomincio a pregare per rilasciare: Da quando, dimmi, da quando io che sono sempre stata tua complice, amica, sorella, amante, donna, sono diventata il nemico?
Da quando sono il nemico?
P.
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