Da piccola mi spaventavano le bambole parlanti, l’innaturale
era per me motivo di fuga.
Tutto ciò che non era in linea con la vita mi lasciava
sgomenta e generava in me desiderio di spontaneità.
Crebbi però, assorbendo presto, che il trucco è spesso un buon
artificio per sopravvivere.
Non sempre per
vivere.
Sotterrai in fretta nelle vene la paura delle maschere e
questa pian piano si trasformò in attrazione.
Nel sangue iniziò a scorrermi la voglia di avvicinarmi al
mondo delle immagini, del sogno, dell’arte.
Il pomeriggio ero una Dea, la sera una principessa, la
mattina un pirata.
Potevo essere qualunque cosa con un po’ di fantasia e dei
colori.
Nacque da qui la mia passione per il teatro, meno per il
cinema.
L’intrattenimento nella sua forma più costruita vede nel
cinema la sua massima espressione, ma la vita prende forma nell'immediatezza su
un palcoscenico.
Figlia di operai, ho sempre portato avanti un pensiero di
popolarità del teatro, l’aspetto relazionale e terapeutico che caratterizza il
mio approccio all'opera vede il messaggio teatrale come universale.
Un ritrovarsi nei diversi personaggi che ognuno di noi interpreta
nel quotidiano e che in teatro prendono forma in uno spazio di sviluppo
sensoriale.
Tutto ciò che mi faceva paura era ciò che non conoscevo di
me, che non avevo integrato come aspetto.
Allontanavo ciò che pensavo mi
avrebbe impoverito mentre era lì per svelarmi il mio diavolo nascosto quello da
cui trarre energia o da cui farsi risucchiare.
Quella bambola parlante mi dava modo di affrontare la mia
paura più grande: quella di non essere reale.
Quel pagliaccio mi dava modo di guardare in faccia la mia
tristezza che mascheravo con un sorriso stampato.
Quella rabbia che non riuscivo a esprimere sulla scena non
era altro che un condizionamento svelato e l’incapacità di interpretare la
seduzione, la paura di essere oggetto di attenzioni sessuali non volute.
Il teatro è uno dei modi migliori per affrontare i propri
demoni, ci si entra insicuri, tremanti, finti e si finisce con l’uscirne
autentici.
Pamela C. De Logu
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