martedì 1 novembre 2011

Si aprono le porte...



Il Tredicesimo Arcano, raffigurato dall'icona della morte cosa rappresenta?

In questi giorni in cui l'ombra sembra sostituire presto la luce e affrettarsi a coprire cosa resta da vedere?

Cosa aspettarsi da noi? Se non un non resistere al cambiamento, ad una radicale trasformazione?



Cosa precede la nascita? Il vuoto? Che cosa c'è dietro la fine?


Un inizio?

L’alba di un nuovo ciclo che determina la fine del precedente.

Troviamo nell'esperienza modo di capire che niente davvero termina e niente davvero è mai lo stesso, viviamo per questo in una continua morte al passato e al futuro, vivendo nell'unica certezza:

il cambiamento.

Rifiutare il cambiamento non è solo impossibile, è innaturale.

Se non ci si lascia coinvolgere si verrà sconvolti.

Il tredicesimo arcano non guarda in faccia nessuno. Rispetta solo la Legge dei cicli cosmici, della Natura.

Quando è tempo di andare non ci si può rifiutare.


Tutto è al cospetto di questo antico vincolo per cui nuova vita può esserci solo dopo aver accettato la dipartita del vecchio.






P.








Si aprono le porte...chi mieterà il campo? chi avrà il coraggio di ricominciare? di nascere a nuova vita sacrificando quello che non serve più?






Da:"E se l'Arcano XIII parlasse?"






Se ti sbrighi, mi raggiungi. Se rallenti, ti raggiungo io.


Se cammini tranquillamente, ti accompagno.




Se ti metti a girare in tondo, danzo insieme a te. Visto che il nostro incontro è inevitabile, affrontami adesso! Sono la tua ombra interiore, quella che ride dell'illusione che chiami realtà.




Paziente come un ragno, incastonato come un gioiello in ciascuno dei tuoi attimi, condividi la tua vita con me; se ti rifiuti di farlo, non vivrai mai veramente. Potrai andare a nasconderti in capo al mondo, io sarò sempre al tuo fianco.




Da quando sei nato, sono la madre che continua a darti alla luce. Rallegrati dunque! Soltanto quando mi concepisci la vita ha un senso. Insensato è chi non mi riconosce e si aggrappa alle cose senza accorgersi che appartengono tutte a me.




Non ve n'è una che non abbia il mio sigillo. Permanente impermanenza, sono il segreto dei saggi: essi sanno che possono progredire soltanto percorrendo la mia strada.




Coloro che mi assimilano diventano potenti. Coloro che mi negano, nel vano tentativo di fuggire da me, si perdono le delizie dell'effimero: sono senza sapere di essere.


Agonizzano senza saper vivere.


A. J.



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