domenica 17 luglio 2011

L'altro lato di noi...



Artisti che disturbano, irritano, affascinano, restano in disparte e graffiano...l'altro lato di noi, quello che non si conosce bene perché ci fa vergognare viene a galla con coraggio facendosi scudo dell'arte e cercando comprensione più che approvazione, da parte di un pubblico sensibile a ciò che essendo brutto mostra solo la metà di quello che tutti siamo: "ANCHE CATTIVI"


Fino a che punto può spingersi l’arte? Impagliare degli animali per celebrare l’amore in tempo di dolore non può certo lasciare indifferenti.


Franko B lascia un segno, ci accompagna, attraverso un fil rouge come quello sulle sue tele, a spingerci con audacia più in là.


Provoca, si mostra, scherza. Uno scherzo di cattivo gusto, qualcuno sentenzierà; già perché lui, inseritosi nell’arte come “maledetto” non può certo seguire il bon ton.


Si inoltra nell’abisso delle emozioni, del dolore per restituirci una sensazione di acuta vitalità.


Franko B è tagliente, in tutti i sensi, strumentalizza il suo corpo, lo usa come simulacro per l’espressione di sé.


E’ un corpo che vibra il suo, che sente, che soffre, un corpo abituato al dolore, che grida di essere vissuto, un corpo che col suo sangue inneggia alla vita. E’ un corpo che viene celebrato con il riappropriarsi di una volontà, quella di non perdere mai il controllo. Ne fa un teatro estremo mostrandosi nella sua interezza, senza vergogna; perché nel riappropriarsi di se stesso c’è una libertà primitiva che non include paura alcuna.










Artisti come Franko B o Daniele Cascone nella digital art si nutrono di immagini oniriche rivisitate, passando per il grottesco e l'inquietudine muovono l'animo umano verso terreni inesplorati e nuovi, da sempre nascosti e messi a tacere dalla nostra parte più bella ma ahimé spesso troppo perbenista e falsa.


In fondo se si superano le paure a volte ci si scopre a ridere, l'assurdità spesso viene generata dal coraggio di superare degli schemi e di mettere in mostra quello che pur disturbando da vita a nuovi modi espressivi di comunicare se stessi in maniera più completa e originale.

L'opera di Cascone che più sento vicina ultimamente è "I am not-Io non sono" realizzata nel 2007 che vede protagonista una donna dal volto coperto, quasi come fosse alla ricerca di un'identità all'interno di uno spazio non ben definito. Non è facile comprendere chi siamo e ciò avviene sempre attraverso vari tentativi di scoperta, nessuno giusto o sbagliato: il giudizio appartiene alla morale non all'inconscio.




L'arte è la verità ultima perché comunica direttamente con Dio.




Pamela C. De Logu

















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